Mara Camelin | 08 Febbraio 2011
Auditorium Parco della Musica, Roma
01-27/02/2011
Equilibrio
festival della Nuova Danza - VII edizione
Anche quest’anno l’Auditorium Parco della Musica di Roma ospita Equilibrio, il Festival della nuova danza giunto alla settima edizione. Rassegna che offre una vasta panoramica sulla danza contemporanea ospitando artisti emergenti e artisti di fama internazionale. La direzione artistica del festival è affidata, come il precedente anno, a Sidi Larbi Cherkaoui, coreografo e danzatore belga più volte ospite della programmazione dell’auditorium romano. All’interno del Festival, giunto alla sua quarta edizione, il Premio Equilibrio Roma per la danza, che offre alle compagnie italiane emergenti l’opportunità di farsi conoscere.
Il festival ospiterà un “Omaggio A Pina Bausch”, la grande coreografa tedesca scomparsa recentemente: una rassegna di film e video di e su Pina Bausch e il suo Tanztheater di Wuppertal. E come una “conferenza danzata” sulla poetica, la tecnica e la creatività di Pina Bausch, si propone lo spettacolo Moving with Pina di Cristiana Morganti danzatrice del Tanztheater di Wuppertal, che eseguendo alcuni estratti di repertorio racconta il suo percorso artistico e umano con la grande coreografa. Le coordinate su cui muovono le opere presenti in questo festival sembrano essere sostanzialmente due: da una parte la denuncia del disorientamento dell’essere umano nel mondo contemporaneo, e dall’altra una riflessione sulla condizione umana attraverso tradizioni e culture di appartenenza, e al tempo stesso il tentativo di superare il disorientamento e il disagio della condizione umana aprendosi all’altro, alle altre culture. Il tema del disorientamento emerge in En Atendant della coreografa belga Anne Teresa De Keersmaeker che, nel suo percorso di esplorazione del rapporto tra musica e danza, approda ad una complessa forma di musica polifonica del XIV secolo basata su dissonanze e contrasti, L’Ars Subtilior, sviluppatasi al tempo in cui i pilastri religiosi, politici e sociali della società medioevale, dilaniata dalla peste, si stavano sgretolando. E totale è il disorientamento del collettivo belga Peeping Tom in 32 Vandenbranden dove i personaggi non distinguono più tra immaginazione e realtà e si perdono nel loro isolamento. Attraversano la tradizione Lee realtà e si perdono nel loro isolamento.
Attraversano la tradizione Les Slovaks Dance Collettive, un gruppo di cinque giovani ed energici danzatori che usa la danza della tradizione slovacca come fonte di ispirazione senza avere l’obiettivo di ricreare e ricostruire; così come il Jin Xing Dance Theatre Shangai dove la danzatrice e coreografa Jin Xing nell’assolo The Closet – The Furthest esprime danzando il collegamento tra cielo e terra che nella tradizione cinese solo il sacro strumento a corde, il Guqin poteva esprimere. Ma in Shanghai Beauty, altro lavoro della compagnia presente in cartellone, la collaborazione con la Tanzcompagnie Rubato di Berlino dà vita ad una coreografia interculturale dove il contrasto est/ovest, la visione del corpo e della bellezza nel mondo occidentale e in Cina, trovano un’ interessante espressione. Sempre più interculturale il lavoro del coreografo anglo-indiano Akram Khan che presenta il suo ultimo lavoro collettivo Vertical Road, in cui riunisce un gruppo di performer provenienti da Asia, Europa e Medio Oriente. Lo spettacolo, che trae ispirazione dalla tradizione Sufi e dagli scritti del filosofo e poeta persiano Rumi, è una meditazione-esplorazione della natura terrestre dell’uomo, i rituali e le conseguenze delle azioni umane. Un programma ricco e stimolante che proprio Sidi Larbi Cherkaoui insieme alla danzatrice indiana Shantala Shivalingappa apre con Play, pièce che si costruisce intorno al tema del gioco dei ruoli dando vita a racconti d’amore e di separazione. Play nasce soprattutto grazie all’intuizione e all’incoraggiamento di Pina Bausch, sostenitrice del lavoro dei due danzatori e coreografi. Invitati entrambi nel 2008 a lavorare con lei, parteciparono all’ultima edizione del suo festival. Queste rappresentazioni sono dedicate a Pina Bausch.